avero

Foto e articolo di Enrico Minotti  

                                                                                              Avero

Il territorio, il paesaggio trasformato dall’antropizzazione, l’originalità, ciò che è quasi nascosto, non ostentato, e soprattutto quello che non è cambiato nel tempo sono le maggiori bellezze della valle Spluga. L’alpe di Avero ben rappresenta questa premessa. Invisibile dal fondo valle, raggiungibile solo a piedi lungo il versante meridionale del Pizzo Stella, sorge al centro dell’omonima e soliva conca. Leggi tutto

lutto

Ci ha lasciato offrendo un grande esempio di bontà e mitezza SUOR CECILIA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Levi Maria nativa di Fraciscio

 

Lo annunciano con i famigliari, le suore “Figlie di S. Maria della Provvidenza”

 

La salma si trova nella Cappella della Casa S. Famiglia di Mese. Lunedì 19 aprile alle ore 9.00 presso la Cappella della Casa S. Famiglia ci sarà la veglia funebre, seguirà alle 9.30 il funerale in forma privata.

L’arco(baleno) di Dio

Siamo entrati in un’altra Quaresima di pandemia, e sembrerà strano, ma il primo argomento che la Parola di Dio tratta nella prima domenica è quello del diluvio universale. Della rovina della creazione che Dio aveva fatto così bella; del dramma del mondo, che ha rischiato di naufragare: di essere travolto a causa del peccato. Dei singoli e di tutta l’umanità.

Il diluvio universale del nostro tempo è la pandemia, e quindi non c’è niente di più attuale. Quante volte, infatti, sentiamo dire: “Questo castigo ce l’ha mandato Dio, perché siamo talmente cattivi che non poteva non punirci!”. Ebbene il Libro della Genesi ci dice esattamente il contrario; ci dice chiaramente che non è vero: che anche questa pandemia non ce l’ha mandata Dio! Dio non manda nessuna punizione, perché – come dice il profeta Ezechiele – “non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva”. Anzi, dopo il diluvio Dio ha mandato addirittura l’arcobaleno; un segno di amicizia, dicendo a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi: (…) non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra».

Leggi tutto

andossi versione primaverile

Foto e articolo di Enrico Minotti

ALLA SCOPERTA DELLE FIORITURE AGLI ANDOSSI – versione primaverile

 «… Su per o lago di Como di ver Lamagnia è valle di Ciavenna dove la Mera fiume mette in esso lago. Qui si truova montagnj sterili e altissime chon grandi scogli. In queste montagnie li uccielli d’acqua dette maragonj. Qui nasscie abeti larice eppinj, dainj, stambuche, chamoze e teribili orsi. Non ci si po’montare se none a 4 piedi. Vannoci i villani a tempi delle nevi chon grande ingiengnj per far trabochare gli orsi giù per esse ripe. Queste montagnj strette metano i(n) mezo il fiume. Sono a desstra e assinistra per isspatio di miglia 20 tutte a detto modo… » (*) Leggi tutto

don Pietro, co-parroco

Carissimi fedeli della Comunità Pastorale Valle Spluga,

nel Nuovo Anno è bene avere un Santo protettore, che ci custodisca, ci difenda e ci protegga. Anche nella vita spirituale non possiamo crescere da soli: abbiamo bisogno dell’aiuto di un Altro (soprattutto con la “A” maiuscola). Per questo è importante invocare i santi quando siamo in difficoltà. La natura stessa ci insegna… Per esempio, quando un giardiniere mette un cipresso piccolo accanto a un cipresso grande, quello piccolo, se la differenza di altezza non è troppa, tende a raggiungere quello grande. Vedete, il Signore stesso ci parla attraverso la natura: ci fa capire delle cose anche attraverso 

il creato. Il cipresso piccolo ha bisogno di un albero più grande e più forte di lui per crescere. Allo stesso modo anche noi abbiamo bisogno di avere accanto un santo e di “guardarlo”, per poter crescere “in sapienza, età e grazia”, come Gesù. Sì, perché “si diventa ciò che si guarda” (ciò che si contempla).

Chiedi allora al Signore di darti la protezione di un Santo, per andare avanti bene quest’anno, che si prospetta ancora difficile.

Se hai problemi con tuo marito, prega santa Rita o santa Sofia. Se hai problemi con tuo figlio, chiedi aiuto a santa Monica. 

Se hai dei dubbi di fede, invoca sant’Agostino. 

Se hai problemi a scuola, prega il santo Curato d’Ars, oppure san Giuseppe da Copertino. Leggi tutto

lutto

Devo purtroppo informare di un altro lutto.  Il 13 gennaio è venuto a mancare un grande amante e frequentatore di Fraciscio

 Viale Santino

Lo comunicano la moglie Luisa, la figlia Laura con Angelo Martina e Greta.

In questo momento di dolore tutta la comunità di Fraciscio si stringe attorno ai famigliari di Santino e porge le più sentite condoglianze. Santino viveva con la famiglia ad Arosio ed aveva 75 anni.

AUGURI dai nostri parroci

I sacerdoti della Comunità Pastorale della Vallespluga augurano a tutti i parrocchiani e i villeggianti un Santo Natale e un Felice Anno Nuovo in serenità e salute. Che possiate davvero sentire in ogni circostanza la presenza buona e amica di Dio.

L’anno scorso, proprio il giorno dell’anniversario dell’Apparizione, alle 5.30 del mattino, un masso isolato si è staccato accidentalmente dalla parete rocciosa che sovrasta il santuario di Gallivaggio. Questa scena, qui in montagna, ci fa ricordare la bella similitudine, con la quale Alessandro Manzoni apre il suo inno sacro sul Natale, dove parla proprio di un masso che si stacca dalla cima di una vetta e precipita, rotolando a Valle; batte sul fondo e rimane fermo nella vallata. Si è staccato, è caduto, è precipitato e, arrivato in fondo, rimane in fondo. Certo, il testo poetico è molto più bello, e a noi dice molto più di qualcosa: “Qual masso che dal vertice di lunga erta montana, abbandonato all’impeto di rumorosa frana, per lo scheggiato calle precipitando a valle, batte sul fondo e sta; là dove cadde, immobile giace…”. Potrà quel masso da solo risalire la montagna? Potrà tornare sulla vetta antica?, si chiede il Manzoni. Per dire che a Natale avviene come un capovolgimento della situazione umana. Quella pietra caduta in basso siamo noi: è la nostra umanità decaduta e decadente, che ha toccato il fondo, e non è più in grado di risollevarsi. Con le nostre sole forze non possiamo ritornare alla elevatezza originaria. La creazione è stata rovinata dal peccato: la disobbedienza di Adamo ha fatto precipitare l’umanità. Adamo rappresenta ciascuno di noi. La nostra disobbedienza rovina l’umanità. Siamo decaduti e siamo in basso, perché ognuno di noi ci mette del suo in questa disobbedienza: in questa rovina dell’umanità. Ma – continua il Manzoni – c’è stata “una virtù amica”, una forza amica: la benevolenza divina, che si è manifestata e ha riportato l’uomo allo splendore originario. “E’ apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini”, ci ha detto san Paolo nella seconda lettura della Messa della Notte. Sì, facendosi uomo, Dio ci ha dato la possibilità di risalire. Ha cambiato la nostra sorte. E allora… speriamo di non rimanere sul fondo dopo il rotolamento: il Signore ci dia una mano per risalire. E’ apparsa la Grazia, apportatrice di ogni bene, ed è a questa che ci aggrappiamo fiduciosi. Pace e Bene a tutti

                don Pietro, co-parroco